Le donne fanno la storia (1) – Rosa Parks

“Uomo bianco, stavolta no, non ti lascerò il mio posto al centro del bus. E non perché oggi sono una nera più stanca. Sono solo più stanca di cedere a quelli come te”.

Il 1 dicembre del 1955 Rosa Parks termina la sua giornata lavorativa e come di consueto prende l’autobus 2857 che la porta a casa. Fa la sarta in un grande magazzino del centro e non trovando posto nel settore destinato agli afroamericani, siede in un posto della fila centrale dove le è consentito ma sempre dando la precedenza ai bianchi. Dopo poche fermate sale un passeggero bianco, il conducente le chiede di alzarsi come impongono le regole. Lei rifiuta di alzarsi, e il resto è storia: “Non potevo immaginare che in quel momento si stesse facendo la Storia, ero solo stanca di arrendermi sempre”, afferma Rosa Parks qualche anno dopo.

Viene arrestata e quella notte Martin Luther King, insieme ad altre decine di leader delle comunità afroamericane, dà l’avvio una serie di azioni di protesta. Tra queste, il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery, ideato da un’altra donna, Jo Ann Robinson, che andò avanti per 381 giorni. Il 13 novembre 1956, la Corte Suprema degli Stati Uniti dichiarò fuorilegge la segregazione razziale sui mezzi di trasporto pubblici poiché giudicata incostituzionale.

Figlia di un’insegnante e un carpentiere, è costretta, come tutti i suoi coetanei afroamericani, a recarsi a scuola a piedi in quanto soltanto ai bianchi è concesso prendere i mezzi pubblici. Il mondo di Rosa era in bianco e nero: scuole, locali pubblici, mezzi di trasporto, bagni pubblici nei ristoranti, esercito, ecc… . Persino votare era diventato difficile grazie alle leggi razziste che imponevano le tasse per esercitare il diritto al voto, prove di alfabetizzazione e di comprensione di testi scritti e requisiti di residenza e registrazione all’anagrafe.

Sposa più tardi Raymond Parks, molto attivo nel movimento dei diritti civili e lei stessa nel 1943 diventa segretaria della sezione locale della Naacp, Associazione nazionale per la promozione delle persone di colore, stessa associazione a cui partecipava anche Martin Luther King. Negli anni 30 si impegna con il marito nella campagna per la liberazione di nove ragazzi di Scottsboro, ingiustamente accusati di stupro. 

La rivoluzione non si improvvisa, la conquista dei diritti civili è un lungo processo che ha scavato negli anni soprattutto nelle coscienze e negli animi delle persone. A Montgomery c’è adesso un Museo dedicato a Rosa Parks, chiamata “The Mother of the Civil Rights Movement”, situato all’interno di un Campus universitario. Nel 1999 ottenne la Medaglia d’oro del Congresso. Tanta strada è stata fatta, tanta ne rimane da fare.

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