Perché questo blog?

Campi di grano vogliono crescere. Tutto inizia il 31 maggio 2017

“Inizio oggi questo blog. Un modo per comunicare, riflettere, incontrarsi e confrontarsi. Il titolo “battistiano” me lo ha suggerito, scherzando, Stefi…

– Sai, pensavo di aprire un blog per aiutare Noel e Pelagie, due amici africani in difficoltà economica, che desideravano tornare nel loro Paese per rivedere i genitori. Tramite un blog riesco a parlarne in maniera più completa… (Siamo poi riusciti a raccogliere una somma discreta …).
– Bella idea, Patri!
– Ma come lo chiamo?
– Pensieri e parole? “Che ne sai tu di un campo di grano…”


I campi di grano… Il campo di grano nutre da sempre l’umanità. E’ un luogo innanzitutto che va coltivato, richiede molto lavoro, costanza, pazienza, richiede tutto l’amore e la fatica del contadino. I frutti arrivano dopo nove mesi. L’ondeggiare delle spighe sotto il fruscìo del vento, quasi una danza che emana bellezza e armonia, invita alla contemplazione. Qualche tocco di rosso dei papaveri, ospiti da sempre delle spighe, completa l’opera.

Ma i campi di grano sono soprattutto il simbolo della pace, della concordia, della fraternità. Isaia profetizza: “Egli sarà giudice fra le genti e sarà arbitro fra molti popoli. Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell’arte della guerra”. Isaia 2:3-4)

In questo momento storico nel quale politica, economia, intere popolazioni attraversano una profonda crisi, moltiplichiamo i campi di grano. Facciamo che ciascuno di noi sia una spiga di questo campo, consapevole di voler crescere per poi donarsi. Tante spighe aiuteranno chi non riesce a sfamarsi, a vivere dignitosamente, a pensare al domani, ad avere il coraggio di perdonare.


Campi di grano in musica

(…)

Sorvola campi di grano
Dalle pareti fiori cadono
Raccogli sogni di un estraneo
Con piedi nudi e cuore in mano

Il male è fin troppo
In queste lacrime che scivolano
Ma il tempo le cambierà

Il male è fin troppo
Una canzone che nasce perché
Qualcosa in me vive

Sorvola campi di grano
Sotto un cielo con nuvole… (La Fame di Camilla)

Credits
Writer(s): Ermal Meta
Lyrics powered by http://www.musixmatch.co


“E mentre il grano ti stava a sentire
Dentro alle mani stringevi il fucile
Dentro alla bocca stringevi parole
Troppo gelate per sciogliersi al soleDormi sepolto in un campo di grano
Non è la rosa, non è il tulipano
Che ti fan veglia dall’ombra  dei fossi
Ma sono mille papaveri rossi.
(Fabrizio de André, La guerra di Piero)


Campi di grano nell’arte

“Cosa altro si può fare, pensando a tutte le cose la cui ragione non si comprende, se non perdere lo sguardo sui campi di grano. La loro storia è la nostra, perché noi, che viviamo di pane, non siamo forse grano in larga parte?” (Vincent Van Gogh)


Vincent Van Gogh: ‘Moisson en Provence’

Campi di grano in poesia

Il grano nella sua biondezza antica,
ardente e secco, chiede mietitura,
ché in cima alla sua gracile statura
porge a ogni bimbo una rigonfia spiga.
Lo vagheggia la madre contadina
ritta nell’ombra corta d’un pagliaio:
quanto penare prima che il mugnaio
gliela porti in morbida farina!
La cristiana alza gli occhi al sol feroce,
poi guarda i figli grondanti, il marito
gobbo nel solco e col suo nero dito
fa sopra il campo un gran segno di croce.
(Giovanni Papini, Il grano)

E io cerco nel cielo stellato
Dove sono le stelle gemelle –
Mio destino che al tuo è legato
Ma dove sono le nostre stelle?
O cielo, campo di grano incantato!
(Guillame Apollinaire, Le nostre stelle)


Campi di grano nel romanzo

“Si era al colmo dell’estate, quando il raccolto dell’annata in corso è già assicurato e cominciano le cure della semina per l’anno nuovo e si avvicina la fienagione; quando la segale grigioverde, tutta in spighe, ma non turgida, con la pannocchia ancora leggera, ondeggia al vento; quando le avene verdi, coi cespi d’erba gialla sparsa qua e là, spiccano fra le seminagioni tardive; quando il grano saraceno primaticcio già matura, ricoprendo il terreno”. (Da “Anna Karenina”, di Lev Tolstoj)

“E poi guarda! Vedi, laggiù in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai i capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che è dorato, mi farà pensare a te. E amerò il rumore del vento nel grano… . Per favore, addomesticami”. Così il piccolo principe addomesticò la volpe. (Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe)


Campi di grano nelle tradizioni popolari

“A un angolo del mio campo di grano c’è una spiga che canta, scossa dal vento del mattino. Le sue radici affondate nella terra, il suo stelo, i suoi chicchi ancora teneri, le foglie, tutto in lei canta. Si uniscono al suo canto la Dea della Rugiada, la Bellezza, e la Felicità”. (Canto Navajo)


Campi di grano in storia e in archeologia

Il grano si sviluppò in maniera naturale circa 10 mila anni fa in una zona detta “la mezzaluna fertile”, l’attuale medioriente. I cereali prendono il nome dalla dea Cerere che ne avrebbe fatto dono divino agli uomini.

“Una forma di pane carbonizzata fu rinvenuta durante gli scavi a Pompei, risalente al I sec. d.C.: la pagnotta aveva la classica forma piatta e tondeggiante ed era divisa in “spicchi”, al fine di dividerla in parti come se fosse una focaccia. Già in età repubblicana a Roma la panificazione era un’operazione complessa e molto importante, che iniziava dalla macinazione del frumento nei mulini (dove veniva sfruttata la manodopera schiavile) e terminava nel pistrinum, la bottega del fornaio che produceva il pane e lo vendeva pubblicamente. Si ritiene tuttavia che ogni casa privata di una certa importanza possedesse un forno e che i Romani cuocessero spesso il pane in proprio, seguendo varie ricette (di alcune abbiamo testimonianza in alcuni scritti letterari)”. (Da http://geostoria.weebly.com/agricoltura-nel-mondo-antico.html)

Pompei, forma di pane

Campi di grano nella spiritualità

“Se uno vive con Dio, la sua voce si farà dolce come il mormorio del ruscello e il brusio del grano”. (Ralph Waldo Emerson – Scrittore e filosofo statunitense)

“Viaggiai per giorni e notti per paesi
lontani. Molto spesi
per vedere alti monti, grandi mari.
E non avevo gli occhi per vedere
a due passi da casa
la goccia di rugiada
sulla spiga di grano!”
(Rabindranath Tagore)


Campi di grano negli aforismi

Un agricoltore, il cui grano vinceva sempre il primo premio alla fiera regionale, aveva l’abitudine di dividere i semi migliori con tutti i contadini del vicinato.
Quando gli chiesero perché, egli rispose:
“Il vento solleva il polline e lo trasporta da un campo all’altro, perciò se i miei vicini coltivassero un grano di qualità inferiore, l’impollinazione crociata impoverirebbe la qualità del mio raccolto.
Ecco perché ci tengo che essi piantino solo i semi migliori“.
Tutto ciò che diamo agli altri lo diamo a noi stessi.
(Anthony De Mello, La preghiera della rana)

“Chi non rischia niente non ottiene niente, chi non fa niente è assolutamente un niente. Nelle loro madie il grano non si moltiplica perché hanno paura a seminarlo: i temporali potrebbero rovinare i raccolti”. (Romano Battaglia)


Campi di grano nel Vangelo

 Dal Vangelo secondo Matteo 12,1-8

In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato».
Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».