Il 14 novembre 2019 usciva in libreria il libro “Perle di Igino Giordani”, edito dalla Casa ditrice Effatà di Torino. Ricordo con emozione quel giorno e le telefonate e i messaggi di auguri dei miei più cari amici e familiari. Ho ancora nel cuore la sensazione di gioia di poter “toccare” il frutto di tanti mesi di lavoro ma soprattutto di aver potuto offrire e far conoscere così a tante persone la personalità di Igino Giordani, Foco, come lo chiamò Chiara Lubich, proprio per questa sua innata capacità e vocazione di portare ardore e fiamma dovunque andasse.
E questo fuoco è stato messo nel mio animo, intelletto e cuore, un esempio di virtù e abnegazione difficilmente raggiungibili ma è consolante, attraverso le suo opere, incontrare un fratello che prima di me ha cercato di vivere per realizzare un sogno, un ideale: la figliolanza dell’appartenenza all’unico Padre e di conseguenza quasi l’obbligo alla fraternità. Più che un obbligo una chance, una realtà, un’opportunità che ancora non abbiamo afferrato bene.
Ci dimeniamo in tante realtà, piccole o grandi che siano, che ci fanno perdere tempo prezioso per questa scalata o discesa verso il divino che ci fa penetrare di più nell’umanità. Sì, questo ho imparato da Foco: spostare le mie convinzioni, le mie certezze per amore dell’ “uomo”, farmi piccola con i piccoli, amare il dolore perchè è da quello che nasce l’amore.
Auguro a tutti di poter incontrare Giordani. E ancora un grazie a Effatà che ha permesso di far conoscerlo a tantissimi.

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