“La radio trasmetterà
La canzone che ho pensato per te
E forse attraverserà
Lontano da noi
L’ascolteranno gli americani, che proprio ieri sono andati via…”. (Amedeo Minghi)
Immaginiamoci proiettati in quel 25 aprile 1945. Questa data, giorno della liberazione di Milano, fu scelta come anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Uscirono dalle case e si riabbracciarono. Calpestato da una dittatura opprimente che portò l’Italia alla guerra e alla fame, il nostro Paese si risollevò con grossi sacrifici e piantò la bandiera della libertà. Alla fine del 1942 la situazione finanziaria, militare e sociale dell’Italia fascista era sul baratro. Al forte disavanzo dell’esercizio finanziario 1942-43 si aggiunse l’incremento dell’inflazione e l’aumento notevole del debito pubblico. Peggiorono le condizioni del popolo: mancanza di generi alimentari, contrazione dei salari portarono a una diffusa denutrizione, alla fame. Ai fascisti e alla destra cosiddetta liberale – compreso il leader attuale, Berlusconi che, tranne una volta, non volle mai presenziare i festeggiamenti del 25 aprile -, i quali rimpiangono o continuano a rivisitare quel periodo con punte di orgoglio e nostalgia, ricordiamo che non si tratta di una contrapposizione tra comunisti e fascisti ma tra dittatura e democrazia. L’Italia fu liberata a caro prezzo con centinaia di migliaia di morti.
Ogni anno sterili polemiche accompagnano questo anniversario. Per piacere: lasciateci ricordare e festeggiare in pace il 25 aprile.