Attenti al lupo: mafia e dintorni

Corrono le notizie in queste ore sull’arresto di un insospettabile, Antonello Nicosia, membro del Comitato nazionale dei Radicali italiani, che avrebbe fatto da tramite tra i capimafia in carcere e i clan. Definiva Messina Denaro «il nostro premier» e insultava Falcone. Voleva far cambiare il nome allo scalo palermitano perché “Falcone e Borsellino” è un nome troppo scomodo: le proposte, anche ultimamente di altri politici regionali, erano quello di “Archimede”, “Pirandello”, “Sciascia”…

Sappiamo tutti, forse qulcuno tende appositamente a dimenticarlo e a farlo dimenticare, che la mafia è sempre viva e in agguato. Inseritissima nelle istituzioni, ben mascherata e continua a fare affari.

Si nutre di pressapochismo e conduce una battaglia invisibile di morte.

Scalda poltrone poco meritate e distribuisce potere e “Denaro”.

Tiene sotto scacco un’intera Regione, la impoverisce con un disegno fatto a tavolino  perché la miseria la favorisce. Una prova è il dato in aumento sempre crescente dell’emigrazione dei giovani all’estero.

Si nutre del sangue dei suoi figli e giustifica i mezzi.

Non si dialoga con la mafia e i mafiosi. Si arrestano e si mandano in galera. Ben venga la conversione personale di chi è accusato di reato per associazione mafiosa. Ma il percorso deve essere un vero cammino di liberazione e pentimento.

Non si dialoga con con chi semina disvalori e cultura di morte, portando la società all’odio tra gli stessi esseri umani. Abbiamo una costituzione e le leggi che si osservano.

La mafia un giorno sarà sconfitta, diceva Falcone. E quel giorno speriamo arrivi presto. Dipende dalle nostre scelte politiche. La mafia si sconfigge soprattutto col voto.

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