La notte della memoria

Antonio Scurati ci ha regalato un’opera definita “il primo romanzo sul fascismo”, “IL FIGLIO DEL SECOLO”. Vincitore del Premio Strega 2019, ripercorre attraverso un’accurata documentazione storica le tappe che portarono Mussolini al potere. La storia inizia nell’anno 1919, con la fondazione dei fasci di combattimento a Milano e continua fino al 3 gennaio 1925, data di chiusura del Parlamento italiano con la conseguente assunzione dei “pieni poteri”, eventi che seguirono l’efferato e crudele delitto Matteotti. Il libro si legge scorrevolmente anche se ogni tanto bisogna fermarsi per riflettere bene sul susseguirsi degli eventi criminosi, sui fatti storici e gli errori politici che dimentichiamo facilmente, forse perchè studiati a scuola e mai più approfonditi. Dunque, la lettura di questo libro fa proprio bene perchè illumina la nostra memoria.

E questa storia non dobbiamo dimenticarla perché oggi c’è la tendenza a spegnere le luci su di essa oscurando i tanti crimini fascisti, una guerra al fianco di Hitler e la messa al bando delle libertà del popolo italiano. Studiamo la storia e ascoltiamo i testimoni che ancora ci raccontano di questa Europa che è stata calpestata a sangue.

Assistiamo in questi ultimi mesi a comportamenti che richiamano questa storia: saluti fascisti, cultura dell’odio, disprezzo per l’avversario politico. In Germania la “Strafgesetzbuch section 86a” (cioè l’articolo 86, comma a del codice penale) proibisce in modo categorico l’utilizzo di simboli, gesti e slogan di organizzazioni politiche considerate “incostituzionali”. In Italia, nonostante la legge Scelba e la legge Mancino, non vi è un reato di utilizzo di simboli fascisti fin quanto l’azione non è propedeutica alla fondazione del partito fascista.

Ci auguriamo che venga approvata in Parlamento una legge che in verità, nel 2017, il deputato del PD Emanuele Fiano aveva scritto e fatto approvare alla Camera per restringere davvero la possibilità di fare propaganda al fascismo. La legge è composta da un unico articolo: «Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici».

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