Che senso ha digiunare? E soprattutto, qual è il vero digiuno? Sembra un invito anacronistico, quello rivolto da Papa Francesco a tutti i cristiani e anche ai fedeli di altre religioni e ai non credenti, di dedicare la giornata di oggi al digiuno e alla preghiera. La risposta all’invito non si è fatta attendere e sono arrivate moltissime adesioni dalle varie Chiese, da quella ortodossa a quella anglicana, e anche da parte di comunità islamiche e induiste.
Il digiuno è una pratica antichissima, molto importante ma poco praticata dai cristiani oggi. “Non di solo pane vive l’uomo”, scrive Matteo nel suo Vangelo. Il brano racconta delle tentazioni, delle provocazioni che Satana rivolse a Cristo: “Il tentatore allora gli si accostò e gli disse: «Se sei Figlio di Dio, dì che questi sassi diventino pane». Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». Il Priore di Bose, Enzo Bianchi, sottolinea come il digiuno sia “una professione di fede con il corpo”, “svolge la fondamentale funzione di farci sapere qual è la nostra fame, di che cosa ci nutriamo e di ordinare i nostri appetiti intorno a ciò che è veramente centrale.” Il grande monaco benedettino tedesco Anselm Grun afferma che “il digiuno è il pianto del nostro corpo che sta cercando Dio, il grido del nostro animo più profondo, del nostro profondo più profondo col quale, nella nostra estrema impotenza, noi affrontiamo la nostra vulnerabilità e la nostra nullità, per gettarci completamente nell’abisso della incommensurabilità di Dio”.
Il digiuno dei cristiani è quindi sentire la mancanza di Cristo, rinunciare al “di solo pane” per mettersi nell’atteggiamento di nutrirci della Parola, a riflettere di cosa ci nutriamo veramente.
L‘omelia di Papa Francesco chiude con un invito pressante, quello di non limitare il digiuno a una rinuncia, a volte ipocrita, ma di chiedersi cosa ne hai fatto di tuo fratello che non ha cibo a sufficienza. La domanda da porsi è: «Come mi comporto con gli altri? Il mio digiuno arriva per aiutare gli altri?». Perché se ciò non accade, quel digiuno «è finto, è incoerente e ti porta sulla strada di una doppia vita». Bisogna, perciò, «chiedere umilmente la grazia della coerenza».
Le notizie che continuano ad arrivare dal Sud Sudan, dal Congo, dalla Siria e da altre zone in guerra, non sono confortanti, anzi continuano ad aumentare le violenze a carico di intere popolazioni. Ecco, uniamoci in questa giornata a tutti coloro che stanno vivendo la tragedia della guerra. E a volte non rimane altro che l’arma della preghiera.