Il sapore della libertà

“Il sapore della libertà aveva il sapore dell’albicocca secca.

Ero testimone del cambiamento che stava avvenendo, della libertà che stava arrivando. L’ultimo giorno della mia prigionia, il 1° maggio del ’45, (durante la marcia della morte, la deportazione forzata verso altri lager perchè stavano arrivando le forze sovietiche) avevamo visto i militari tedeschi svestirsi e tramuffarsi da civili indossando abiti in borghese. Arriva la prima camionetta americana. Non sapevamo bene chi erano questi soldati, vestiti in technocolor, buttavano sigarette, caramelle… Pesavo 36 chili. Mi arrivò un’albicocca secca e con gran fatica la raccolsi da terra e la misi in bocca… era il sapore della libertà.”

Sto ascoltando l’intervista a Liliana Segre su Rai 1. Come un macigno mi arrivano le sue parole. E’ stata proclamata il 19 gennaio di quest’anno dal Presidente Mattarella Senatrice a vita. Una persona che ha vissuto sulla propria pelle questa devastante esperienza, una delle poche vittime reduci dall’Olocausto. Per colpa delle leggi razziali fasciste del ’38 viene espulsa dalla sua scuola, detenuta in carcere e deportata dal binario 21 della stazione di Milano ad Auschwitz. L’amore del suo futuro marito la salvò dalla pazzia. Grazie a questi testimoni. Perchè non accada mai più. Non dimentichiamolo.

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