Trattiamo il tempo come un oggetto: si perde e si trova, si ritaglia, si cerca, si organizza, si sciupa, è breve, non finisce mai o peggio ancora si ammazza.
Cerchiamo di afferrarlo, di possederlo ma forse è lui che possiede noi.
Vivere l’attimo presente è un concetto che si sta facendo strada, ma sul quale sorvoliamo spesso perché siamo proiettati quasi sempre verso l’ attimo futuro, o a rimpiangere il passato.
Erich Fromm scriveva: “L’uomo moderno crede di perdere il tempo quando non fa le cose in fretta; eppure non sa che cosa fare del tempo che guadagna, tranne che ammazzarlo”.
Gli antichi greci avevano due parole per il tempo, kronos e kairos. Mentre la prima si riferisce al tempo logico e sequenziale, la seconda significa “un tempo nel mezzo”, un momento di un periodo di tempo indeterminato nel quale “qualcosa” di speciale accade, momento che deve essere afferrato altrimenti non può essere ri-catturato.
Vivere il tempo che ci è dato ora, adesso. Come? Ad esempio il rapporto con le persone, i familiari, gli amici è frutto del tempo che trascorriamo con loro. L’inaridità della vita a volte dipende proprio da questo, dal non fermarci più con le persone.
