Pensieri per la politica (1)

Certamente il periodo in cui viviamo è un periodo singolare, in cui noi dobbiamo impegnarci in pieno. Ma bisogna che ci ricordiamo che questo impegno non è solo a fare cose grandi (e facciamole, certo, se ci è possibile) ma è anche a fare quotidianamente quelle piccole cose che preparano le vie del Signore. E ricordiamoci, nei momenti di entusiasmo quando facciamo dei propositi generosi, di promettere la costanza e la pazienza nel lavoro più monotono e nascosto” (1).

Vittorio Bachelet, magistrato ucciso a Roma dalla Brigate Rosse il 12 febbraio 1980, non immaginava certamente che il suo lavoro l’avrebbe portato a terminare la sua vita riverso su un marciapiedi dell’atrio della facoltà di Scienze Politiche nella quale insegnava, ricoperto da un lenzuolo e con in corpo sette proiettili. I suoi scritti, riletti oggi alla luce delle vicissitudini politiche di questi tempi, sono rivoluzionari, il suo pensiero profetico e ardito vola sopra le teste razionali e trasformiste di chi oggi si occupa della cosa pubblica.

Rivoluzionario come intellettuale e ancor più come cattolico, scriveva dell’impossibilità per un cristiano di avere nemici. Leggere alcuni dei suoi scritti, raccolti nel volume “Pensieri per la politica”, mi hanno portato a fare delle meditazioni vere e proprie sul ruolo che ciascuno di noi ha nella società, nel territorio in cui vive, a prescindere dal fatto che si impegni o meno nella politica attiva delle istituzioni.

Prima riflessione: la libertà. “Non bisogna credere che la libertà economica, aggiunta sia pure alla libertà giuridica, sia sufficiente a garantire la libertà sostanziale dell’uomo” – scrive Bachelet. “Questa ha ancora bisogno di un’altra libertà, o meglio ha bisogno di una conquista più completa. È la libertà della cultura, la liberazione dall’ignoranza quello di cui l’uomo ha soprattutto bisogno“. Si tratta di un luogo preciso dove si trova una massa ingente di persone “che sono serve di chi sà, cioè di chi li saprà meglio sfruttare o meglio imbonire”. Il suo pensiero viaggia in parallelo con quello di Don Milani che donò la sua vita per ridare questa libertà ad alcuni ragazzi di Barbiana. “Ogni verità, ogni raggio di cultura che si diffonde, serve ad ottenere la libertà più completa e quindi la giustizia”- continua Bachelet,”.

(Parte prima)

(1) Vittorio Bachelet, Pensieri per la politica, a cura di Anna Vellani, ed. Ave, Roma 2020, p. 25.

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