Alla corte dell’inconsistenza

Bussano alla porta dell’inconsistenza. Una folla si accalca e acclama il nulla.

Bravo! Bravo!

Finalmente il nulla ha coperto il vuoto. L’imperatore una volta era nudo, non aveva i vestiti: ora non c’è neanche il corpo ma soltanto i suoi ridicoli vestiti, piegati a terra, che aspettano la prossima mossa.

Tante maschere lo attorniano, invidiose di apparire per prima. Fanno a gara i cicisbei e gli inconcludenti, gli sfigati e gli invidiosi. Un braccio di ferro infinito tra il nulla e il niente, pronti a combattere per un piatto di lenticchie. Quello sì che è buono. E soprattutto ne vale la pena.

Resisti, resisti.

Bussa alla porta del tuo cuore la memoria. Non aprire. Resisti.

Bussa alla porta della memoria una storia. Non aprire. Resisti.

Bussa alla porta della storia il rimpianto. Non aprire. Resisti.

Bussa alla porta del rimpianto il mare. Non aprire. Resisti.

Chissà quanto resisterò.

Quanti colpi dovranno ancora bussare quanti mi vorranno far del male.

Bussano tutti, alla corte dell’inconsistenza. Coraggio, va ad aprire.

Forse, dietro la porta… il nulla.

 

P.M.

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