I nostri cento passi

Peppino Impastato (5.01.1948 – 9.05.1978)  oggi avrebbe compiuto 70 anni ma la sua vita fu spezzata nel 1978 a Cinisi (Pa) dai capimafia Tano Badalamenti, Luciano Liggio e Michele Navarra. Il 5 gennaio è anche la memoria dell’omicidio per mano mafiosa di Pippo Fava (15.09.1925-5.01.1984), giornalista catanese, ucciso dal clan Santapaola.

Una data, due anniversari, due persone accomunate dallo stesso impegno, dalla stessa passione che li ha spinti a rischiare la propria vita per la propria gente. Due giornalisti che non avevano peli sulla lingua. Le loro vite hanno attraversato gli anni bui dell’informazione sia locale che nazionale. Vedevano una Sicilia libera: non la sognavano soltanto ma si impegnarono con tutte le loro forze per combattere la sottomissione di un intero popolo alla criminalità mafiosa.

Cosa Nostra, la mafia siciliana, non poteva tollerare questa “pubblicità” sfrontatamente avversa all’organizzazione e i “padrini” decisero di ucciderli: furono i primi intellettuali siciliani ad essere assassinati a causa delle loro idee.

Ho conosciuto Felicia Bartolotta Impastato, la madre di Peppino. Andai a trovarla insieme ad alcuni colleghi e un piccolo gruppo di alunni. Ci accolse con un grande sorriso e nella sua semplicità ci raccontò del figlio, dell’impegno della sua famiglia per far riemergere la verità che era stata occultata per troppi anni.

Mi porto ancora nel cuore questo “incontro”, negli occhi la figura di una donna, piccola, vestita di nero perché portava ancora il lutto ma che aveva a cuore che venisse fuori la verità storica e un futuro migliore per i giovani. Una forza enorme, una donna che è riuscita a diventare da vittima a protagonista grazie al suo amore di madre e all’amore per la giustizia.

La storia di Peppino venne raccontata nel film “I Cento passi”, quelli che dividevano la casa della famiglia Impastato da quella dei Badalamenti. La sceneggiatura venne scritta proprio da Claudio Fava, il figlio di Pippo Fava, insieme a  Marco Tullio Giordana e Monica Zapelli.

Cominciamo a contarli i nostri cento  passi controcorrente, verso la legalità, verso la libertà. Saranno gesti piccoli ma rivoluzionari perché fatti insieme.

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