L’8 giugno del 1949 la letteratura anglosassone viene arricchita dalla pubblicazione di un nuovo romanzo dal titolo semplice, ricavato dal gioco di scambio delle due ultime cifre della data in cui l’autore lavorò al suo libro. Era il 1948. Il libro si chiamò così, 1984.
E’ un libro che ho letto ai tempi dell’università e che ogni tanto riprendo… Dipende dal bisogno che sento in un particolare momento di trovare risposte ai tanti perché.
Appena pubblicato fece scalpore, venne vietata la diffusione e dunque la lettura nell’Europa dell’Est. Subì dure critiche anche dalla nomenklatura comunista italiana, ma erano anni nei quali la guerra fredda davvero raggelava mezzo pianeta.
Questo libro può rappresentare una sorta di “bibbia moderna” dalla quale prendere monito, consigli, il cui messaggio non tramonta mai.
Incontrare Orwell e il suo romanzo distopico, dove l’utopia è al rovescio, dove tutto sembra essere già scritto e definito da una mente sovrumana, anzi direi per niente umana, è stato per me importante. Tanti autori mi hanno fatto da casa in alcuni momenti e l’anniversario di oggi della pubblicazione “coraggiosa” di questo romanzo mi ha sollecitato a scriverne a memoria.
Espressioni come Grande Fratello, Bispensiero, Neolingua, Psicopolizia, Partito Interno e Partito Esterno racchiudono delle verità straordinariamente attuali, purtroppo.
Si potrebbe rileggerlo con la nostra storia di oggi in mano. La costruzione e la caduta del muro di Berlino, ecco questo non l’aveva previsto. Troppo orribile per poter pensare che un giorno gli uomini avrebbero potuto permettere anche questo ai loro simili.
Nel romanzo
1. quando una guerra si conclude, ne inizia subito una nuova per mantenere attivi i meccanismi militari e i guadagni che si ricavano dalle guerre;
2. gli eventi vengono riscritti, manipolati dal Ministero della Verità, al fine di convincere i popoli ad accettare la situazione politica attuale;
3. i giochi e lotterie sono attivati in modo tale che vincano pochissimi. La loro reale funzione consiste nel raccogliere fondi per lo Stato, illudendo che esiste una via d’uscita, che lo stato ti dia la possibilità di cambiare finalmente vita.
Per non parlare dell’uso della stampa, dei mass media, della sottomissione alle macchine, del controllo sistematico sulla popolazione…
Ma soprattutto l’idea che la letteratura – poesie, canzoni, romanzi – possa rappresentare una realtà pericolosa e, quindi, che la letteratura stessa venga soppressa o peggio controllata, questo è sempre stato un pericolo reale.
Bisogna continuare ad esercitare il libero pensiero. Soprattutto avere le opportunità per farlo. Si dovrebbero fornire gli strumenti per esercitare i propri diritti, per pensare, per vivere una vita nella quale si possano esercitare le proprie scelte. Una sfida che riguarda educatori, politici, economisti, una grossa responsabilità.
Impareranno mai le donne e gli uomini dalla storia?
Riporto un brano del romanzo. Il protagonista, Winston Smith, inizia a scrivere un diario clandestino. Sembra più che mai attuale:
4 aprile 1984. Ieri sera al cinema. Solo film di guerra. Uno molto buono di una nave carica di profughi bombardata in qualche parte del Mediterraneo. Pubblico molto divertito da scene di un grassone che cercava di nuotare via con un elicottero dietro, prima lo vedevi sguazzare nell’acqua come un delfino, poi lo vedevi attraverso il mirino dell’elicottero, poi era pieno di buchi e il mare attorno diventava rosso e affondava subito come se i buchi avessero fatto entrare l’acqua, il pubblicò scoppiò a ridere quando affondò. poi vedevi una scialuppa piena di bambini con un elicottero sospeso sopra. C’era una donna di mezza età forse ebrea che sedeva a prua con un bambino di circa tre anni in braccio. Il bambino strillava dalla paura e nascondeva la testa tra i seni di lei come se stesse cercando di scavare dentro il suo corpo e la donna lo abbracciava e lo confortava sebbene fosse bianca dal terrore anche lei, lo copriva di continuo per quanto possibile come se le sue braccia potessero tenerlo lontano dai proiettili. poi l’elicottero sganciò una bomba da 20 chili su di loro, uno scoppio terribile e la barca andò in mille pezzi.